21 novembre 2006

Henry Miller "Tropico del Cancro"

Il secolo vuole violenza, ma abbiamo soltanto esplosioni mancate. Le rivoluzioni muoiono sul nascere, oppure riescono troppo in fretta. La passione si estingue subito. Gli uomini ripiegano sulle idee, comme d'habitude.
Per cento anni e più il mondo, il nostro mondo, è stato in agonia. E non un uomo, in questi ultimi cento anni, è stato abbastanza pazzo per mettere una bomba nel buco del culo del creato e di farlo saltare in aria. Il mondo marcisce, muore a poco a poco. Ma ci vuole il coup de grace, ci vuole, per farlo andare in pezzi. Nessuno di noi è intatto, eppure abbiamo in noi tutti i continenti e i mari che stanno fra i continenti e gli uccelli dell'aria. Noi dobbiamo sopprimerla, l'evoluzione di questo mondo che è morto ma che ancora non è stato sepolto. Noi nuotiamo alla superficie del tempo e ogni altra cosa è annegata, sta annegando, annegherà.
Dormire, uno può dormire in qualsiasi posto, ma ci vuole un posto epr lavorar. Anche se quel che fai non è un capolavoro. Anche un brutto romanzo richiede una sedia per sederci sopra, e un po' di quiete. Queste ricche stronze non pensano mai a roba del genere. Quando vogliono calare il loro morbido didietro, c'è sempre una sedia pronta ad accoglierlo...
Un corno: io queste cose le ho passate tutte, anni e anni fa. Ho esaurito la mia giovinezza malinconica. Non m'importa più un cazzo di quel che c'è alle mie spalle, o di quel che mi attende in avvenire. Io sono sano. Inguaribilmente sano. Niente dolori, né rimpianti. Nè passato né futuro. Il presente mi basta. Alla giornata. Oggi! Le bel aujourd'hui!
Sono un uomo libero; ho bisogno della libertà, ho bisogno di star solo, ho bisogno di rimuginare fra me e me le mie vergogne e le mie tristezze, di godermi il sole e i sassi della strada senza compagnia e senza discorsi, colla sola musica del mio cuore.
Tutto quel che chiedo dalla vita è un mucchio di libri, un mucchio di sogn, e un mucchio di fica.
Par quasi che la mia esistenza sia finita, da qualche parte, ma dove non riesco a scoprire esattamente.
Pure non riesco a levarmi dalla mente lo scarto che c'è fra idee e vita. Uno scarto permanente, per quanto noi cerchiamo di celarlo con una tenda colorata. E non va. Le idee debbono sposarsi all'azione; se in loro non vi è sesso, non vita, non c'è azione. Le idee non posso esistere da sole nel vuoto del pensiero. Le idee sono in rapporto con la vita: idee di fegato, idee di reni, idee interstiziali ecc. Se fosse stato sol per amore di un'idea, Copernico avrebbe infranto il macrocosmo esistente e Colombo si sarebbe disperso nel Mar dei Sargassi.
Gli uomini diventeranno più abili e più accorti, ma non migliori. Più felici, e più forti nell'azione - o, almeno, solo a tratti. Prevedo un'epoca in cui Dio non si rallegrerà più di loro, ma distruggerà ogni cosa per una nuova creazione. Sono certo che tutto è diretto a questo fine, e che già son fissati nel futuro il tempo e l'ora in cui avverrà quest'epoca di rinnovamento. Ma molto tempo deve trascorrere prima, e noi possiamo ancora per migliaia e migliaia di anni divertirci su questa cara vecchia superficie.
Puro e semplice auto-inganno, ecco cos'è. Siamo come un branco di cavalli bradi coi paraocchi. Scalmanati. In fuga. Sul precipizio. Tonfo! Tutto ciò che nutre violenza e confusione. Via! Via! Non importa dove. E con la bava alla bocca, sempre. Gridando Alleluia. Alleluia! Perché? Lo sa Dio. E' nel sangue. E' nel clima. E' un mucchio di cose. E' la fine, anche. Ci tiriamo il mondo addosso. Non sappiamo perché. E' il nostro destino. Il resto sono solo stronzate.

15 novembre 2006

John Fante "Chiedi alla polvere"

Ci saranno momenti di confusione e momenti di desiderio, e altri in cui la solitudine verrà alleviata solo dalle lacrime che, come uccellini bagnati, cadranno ad ammorbidire le mie labbra aride.

John Fante "Chiedi alla polvere"

Quale Dio? Quale Cristo? Erano miti in cui avevo creduto un tempo o era fede che mi sembrava mito? Questo è l'oceano e questo è Arturo. L'oceano è reale e Arturo crede che lo sia. Poi volto le spalle al mare e non vedo altro che terra. Continuo a camminare e la terra si estende fino all'orizzonte. Un anno, cinque anni, dieci anni, senza vedere il mare. Cosa è accaduto al mare, mi dico? Il mare è qui, rispondo, nel magazzino della memoria. Il mare è un mito. Non è mai esistito. E invece c'era! Lo so perché sono nato sulle sue sponde, mi sono bagnato nelle sue acque! Mi ha nutrito e mi ha dato pace, e le sue affascinanti distanze hanno alimentato i miei sogni! No, Arturo, il mare non è mai esistito. Non è che un desiderio, il tuo, ma continua pure a camminare nel deserto. Non lo rivedrai mai più, il mare. E' un mito in cui una volta hai creduto. Eppure sorrido, perché ho ancora il salino nel sangue, e la terra, con tutte le sue strade, non riuscirà a confondermi, perché il sangue tornerà alla sua sorgente.

Coit-Murphy "Elogio del pensiero negativo"

Un ottimista non rimarrà mai piacevolmente sorpreso